Bosa, il centro storico
La Città di Bosa
Con la fine della dominazione spagnola, Bosa conobbe un nuovo rilancio economico, specie con lo sviluppo della pesca del corallo, e dal 1739 fu sede di uno dei cinque banchi di posta allora costituiti dai Savoia in Sardegna. Ma il vero risveglio economico e culturale si ebbe nell'Ottocento, con l'erezione a capoluogo di provincia (1807-21) e con il rilancio delle attività artigianali: la concia delle pelli, il filet, la lavorazione dell'oro e dell'argento. Abbattuta l'antica cinta muraria, la città si estese verso il mare; si costruirono il seminario diocesano, il ginnasio, il palazzo comunale: si inaugurarono l'acquedotto, la rete fognaria, la ferrovia per Macomer. Il corso Vittorio Emanuele II è la più importante via della città di Bosa. Un tempo veniva chiamato "sa piatta", nome che deriva dalla parola "platea", che in tutta la Sardegna indicava la via principale. La sua pavimentazione è composta da ciottoli e lastroni in basalto allineati. Lungo i due lati si innalzano edifici prestigiosi, un tempo residenze della nobile borghesia cittadina. Di forme e stili diversi, si susseguono edifici del periodo cinque-seicentesco, o del Settecento, come il palazzo di Don Carlo, di fronte alla piazza Costituzione. All'Ottocento risale il restauro di gran parte delle abitazioni del corso da parte della nascente borghesia cittadina, che cercò di ingrandire e abbellire i propri spazi abitativi acquistando diversi stabili confinanti e trasformandoli in un unico palazzo. Prova di questi restauri sono il palazzo Uras-Chelo, oggi Casa Deriu, il palazzo Sargenti-Randaccio, il palazzo Demuro-Spada, il palazzo Delitala e altri. Generalmente costruiti su tre livelli oltre al piano terra, hanno solitamente due stanze grandi che si affacciano sul corso, due centrali piccole, senza presa di luce, e altre due grandi che si affacciano sulla via parallela. Le facciate, di impostazione neoclassica, presentano colori tenui, decorazioni in vulcanite e fregi che rappresentano stemmi di nobili casate, un grande portone, uno o due balconi su strada e delle terrazze all'aperto. Verso E sorge la cattedrale dell'Immacolata, di origini medioevali, sostanzialmente modificata nel XV secolo e in seguito nei primi anni dell'Ottocento. Proseguendo verso piazza Costituzione, a circa metà del corso, si trova la chiesa del Rosario dalla facciata in stile barocco, dove nel 1875 fu collocato il primo orologio pubblico della città. Storia degli studiUna rassegna degli studi si trova nella bibliografia relativa alle schede nei volumi della "Storia dell'arte in Sardegna" sull'architettura sei-novecentesca (1992 e 2001). BibliografiaSardegna, collana "Guida d'Italia", Milano, Touring Club Italiano, 1984, p. 462; S. Naitza, Architettura dal tardo '600 al classicismo purista, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1992, sch. 61d; G. Sistu, Bosa, collana "Paesi e città della Sardegna", Cagliari, 1999; F. Masala, Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 2001, sch. 7.
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